Perchè un viaggio in Namibia?
“Ora che l’uomo ha superato la soglia del 2000 e conquistato nuove mete spaziali, il sogno di visitare nuovi mondi non è più cosi remoto. Ma fino a quando una vacanza su Marte non diventerà una realtà, è confortante sapere che sulla Terra esistono luoghi che offrono le stesse emozioni delle esplorazioni spaziali. Avventuratevi nell’ignoto. Visitate la Namibia”.
Queste parole della Namibia Holiday & Travel, riportate anche nella guida Loneley Planet, riassumono l’essenza di un viaggio in Namibia: un luogo che è davvero un “altro mondo”, il mondo delle origini, una terra ancora selvaggia, pur tuttavia contrassegnata da comodità e sicurezza, dove vivere un viaggio avventuroso, un viaggio che è anche dentro noi stessi, è ancora possibile.

Una terra primordiale
Ma cos’è che davvero incanta della Namibia? L’aria pura e luminosissima che ci accoglie appena scesi dall’aereo, le strade sterrate che si lanciano per centinaia di km tra una natura primordiale, gli spazi immensi che aprono il cuore a forti emozioni ed a un immenso senso di libertà…Si, ma non è solo questo. La Namibia può vantare, in Africa, una delle più ricche varietà di paesaggi, testimoni delle sue remote origini: di quando, tra 2,5 e 1,6 miliardi di anni fa, si formarono le prime rocce e le prime forme di vita, come gli stromatoliti, diffusi tra Tsumeb e Kamanjab. Le rocce del Fish River Canyon e di alcune zone del Damaraland raccontano invece di quando la Namibia era parte di Pangea, la grande terra che a partire da 542 milioni di anni fa riuniva tutti i futuri continenti e che si separò in Gondwana (australe) e Laurasia (boreale) per poi frammentarsi del tutto: evento testimoniato dai poderosi complessi vulcanico-granitici di Spitzkoppe, Brandberg ed Erongo. Una storia geologica affascinante che ha lasciato impronte reali nelle zampe di dinosauri che 170 milioni di anni camminarono tra i Monti Erindi e che ha visto nei suoi ultimi capitoli la nascita del deserto più antico del mondo, il Namib, creato 80 milioni di anni fa dalle sabbie portate dal fiume Orange sulla costa e dai venti nell’entroterra. Un deserto che oggi vanta le dune più alte del mondo ed è l’unico a contatto diretto con il mare e le fredde correnti sub-antartiche: in nessun altro luogo si può osservare, a pochi km di distanza, animali adattati all’aridità estrema come orici e springbok e specie tipiche di mari freddi come pinguini africani e otarie.

Oltre il clichè dei Big Five
Paesaggi diversi significa ambienti (ben 14), vegetali e animali diversi e la Namibia sorprende per la sua elevata biodiversità: circa 4.000 specie di piante, oltre 650 specie di Uccelli, 240 di Mammiferi, 258 di Rettili e 50 di Anfibi. Incredibile è anche l’alta percentuale di specie endemiche, che vivono cioè solo in Namibia o poco oltre il confine con l’Angola. Tra le piante, l’albero faretra e l’albero del burro tipici del Karoo, il semideserto cespugliato esteso dal centro-sud della Namibia al Sudafrica: uno dei “punti caldi” di biodiversità del Pianeta, con la più ricca presenza di piante succulente del mondo. Vere curiosità botaniche sono anche Welwitschia mirabilis, fossile vivente delle piane pietrose a est di
Swakopmund, e le Euforbiacee, tra cui l’endemica Euphorbia damarana. Anche tra la fauna non mancano specie “doc” namibiane, come la zebra di montagna, l’impala faccia nera, il dik-dik di Damara, il delfino del Benguela. Uniche sono poi le specie adattate ai biomi desertici e semidesertici come il suricato, la volpe del Capo e l’otocione, la rarissima iena bruna, gli elefanti del deserto del Damaraland. Questo per dire che la Namibia, pur offrendo tutta la gamma dei grandi mammiferi africani, tra cui la più grande popolazione di rinoceronti neri e il 40% di tutti i ghepardi africani, ci invita a lanciare lo sguardo oltre il vetusto clichè dei Big Five (prede di cacciatori dei tempi andati) per cogliere tutta la bellezza e la raffinatezza adattativa della sua natura, anche nelle sue più piccole forme. Una natura che, raggiunto il nord, da Epupa Falls alla Caprivi Strip, s’impreziosisce dei biomi subtropicali: l’acqua di grandi fiumi lambisce le sue terre, la vegetazione si fa verde di palme e banani, la fauna si arricchisce di ippopotami, coccodrilli e di un strabiliante popolo alato di uccelli di ogni specie, da aironi a cicogne e anatre, da grandi rapaci a variopinti gruccioni, che si uniscono alla già grande varietà dell’avifauna namibiana.

Tra città Old Germany e fascini tribali
Paradiso indiscusso per naturalisti e biologi, geologi, birdwatchers, fotografi, e per tutti gli appassionati di natura senza esserlo di professione, la Namibia sa offrire molto anche nel campo culturale. Non aspettatevi visite a grandi cattedrali o a rovine archeologiche: qui la storia ha lasciato tracce diverse ma non meno intriganti, perché poste quasi a due estremi. A un polo, la storia moderna delle colonizzazioni, che si respira nelle architetture un po’ retrò di cittadine quasi surreali stile Old Germany che appaiono in mezzo al nulla: le lussuose ville di Swakopmund, la stazione ferroviaria di Windhoek, il centro minerario di Tsumeb, Luderitz quasi persa tra il deserto e l’oceano…All’altro polo, la storia più antica, quella delle origini, che racconta di un equilibrio tra uomo e natura che un tempo apparteneva a ogni parte del mondo e che non può più essere letto come sinonimo di “arretratezza”. Una storia che si riflette nei volti, nelle arti e mestieri delle sue etnie - da quelle dedite all’agricoltura come i Damara a quelle legate all’allevamento del bestiame come i fieri Himba- tutte accomunate da un’invidiabile semplicità e serenità interiore e da una aperta cordialità verso lo “straniero”. Una storia che sfuma nella preistoria quando ci troviamo a tu per tu con i San, piccoli grandi uomini color dell’ambra, il popolo più antico del mondo e uno dei pochi ad essere ancora cacciatori-raccoglitori, la cui vena artistica nel passato ha inciso le rocce namibiane con stupenti graffiti e dipinti. Un’etnia che ancora oggi, nei mirabili adattamenti alla vita nella savana, nella profonda conoscenza dell’ambiente, nell’intensa spiritualità e smisurata mitezza, ci riporta alle origini stesse dell’umanità e nello stesso tempo, ci pone interrogativi sui veri valori umani, sul rapporto tra noi e la natura e sulla reale validità del capitalismo spinto del mondo cosiddetto “evoluto”.
Questa è la Namibia : siete pronti a viverla come merita?
